Se esistono i
posti davvero magici, la laguna veneta è sicuramente uno di essi. E la
dimostrazione dell’amore umano per l’architettura, oltre a Venezia stessa, la sono
le gemelle veneziane: Murano e Burano.
Cosa rallegra l’occhio umano in queste isole?
Burano è la gioia per i bambini e la tristezza per i daltonici. Se la sovrabbondanza dei
colori può essere eccessiva, sicuramente non a Burano. Inoltre, la presenza del
sole provoca che ci sentiamo come su una di quelle isole fiabesche e, come se
non ci credessimo, vogliamo toccare ogni muro delle case per assicurarci che
veramente non sono fatti di glassa.
Ogni casa a
Burano è di un diverso, unico colore. Unico, visto che il padrone della casa,
prima di dipingerlo, deve chiedere il consenso alle autorità locali, le quali,
inoltre, devono anche approvare il colore scelto dal proprietario. E proprio
grazie a questo, i colori delle case a Burano non si ripetono e l’isola stessa è diventata un posto
semplicemente bellissimo e meraviglioso, dove anche il peggior fotografo scopre
il proprio talento, visto che ogni foto scattata a Burano sembra essere un
capolavoro.
Invece Murano, in realtà, è un gruppo di isole legate tramite i ponti. Il motivo per cui, ogni anno,
Murano viene visitato da una folla di turisti, è il fatto che essa è famosa per
il suo artigianato della lavorazione del vetro. La storia del vetro a Murano
risale al 1292, quando ci venne fondata le prime vetrerie (attive prima però a
Venezia, dove il vetro veniva già prodotto da secoli).
I frutti di lavoro degli
artigiani e la storia dell’arte del vetro si può ammirare, tra l’altro, al
Museo Vetrario, collocato al Palazzo Giustinian. Scrivo “tra l’altro” perché
tutta Murano viene ornata dalle statue di vetro che si possono ammirare ad
alcuni campi (per esempio al Campo Santo Stefano). Inoltre, se si è fortunati,
in alcuni negozi è possibile dare un’occhiata al retro, dove gli artigiani, sui
nostri occhi, producono le vere meraviglie di vetro, partendo da portafiori a
piccole figure degli animali.
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