1 dic 2015

Baci da Siena


Sfrecciamo così attraverso un paesaggio arancione-verde della Toscana, dei lunghi campi sembrano allungarsi dopo di che spariscono dietro di noi, quando ogni tanto mi giro a darli un ultimo sguardo. Alla radio Gianna Nannini canta "ti voglio tanto bene", confessandoci un affetto, noi invece, indifferenti, seguiamo dei campi larghi fuori il finestrino. Qui, in campagna, i paesaggi sognati della Toscana assumono una forma reale. Gli alti cipressi slanciati danno un carattere spensieroso a quella strada stretta, accanto alla quale due capre pascolano e nella fattoria vicina passeggia un grande gallo orgoglioso, il cui canto mi sveglia ogni mattina poco dopo l'alba. Un cielo grigio e nuvoloso ci avvolge con un'atmosfera pesante e nostalgica, dunque tutti preferiamo stare in silenzio a guardare i singoli villaggi passare, invece di impegnarci in una vivace discussione. Una densa nebbia di riflessioni si scoglie quando entriamo in autostrada. Prima, rimbalziamo un po' su alcune irregolarità, e poi entriamo in un traffico fluido, veloce e regolare su un asfalto perfettamente piano. Come se improvvisamente svegliati da un sonno profondo, ci guardiamo l'un l'altro ed il nostro automobilista se per caso anche lui non sia caduto in quello stato di un piacevole rilasso. Alessia si gira dal sedile posteriore e ci offre le praline. "Siete mai state a Siena? ", ci chiede.

18 nov 2015

Pappagalli e case di pan di zenzero, ovvero i parchi di Barcellona



In mano non ho una mappa, cammino a volte indovinando le direzioni. Mi fermo un attimo di fronte ad un alto, vecchio palazzo riempito con le piante. I vasi sono appoggiati tutti in fila davanti alla porta, gli altri appesi sotto la finestra e gli altri ancora sopra di essa, ed i fusti verdi ondeggiano dolcemente, dondolate da un vento delicato e caldo. Se non fosse per questa flora timida, i vecchi muri sembrerebbero essere completamente abbandonati. Dietro di me , i bambini corrono, giocando a pallone, ed i loro genitori stanno seduti sulle panchine, coinvolti in una discussione appassionata. Accanto a me passa un gruppo di adolescenti che fissano lo schermo di un tablet e scoppiano dalle risate. Ho una sensazione che solo io ho notato questa molteplicità di vasi e l'ondeggiare dei fusti. E’ strano come a volte i nostri occhi si abituano così fortemente ad alcune immagini, rendendole perfino invisibili per noi. 

17 ott 2015

Guarda giù, ovvero le terrazze di Barcellona



Dall’alto tutto sembra diverso. È possibile guardare da un’altra prospettiva una partita di calcetto sulla strada, notare l’irregolarità delle strade, una scala misteriosa che porta da un balcone al tetto oppure una terrazza decorata a cui non porta nessuna scala. In lontananza, in un giardino denso sulla terrazza qualcuno fuma una sigaretta, chiaramente non gli basta respirare un ossigeno indispensabile creato dalle piante che lo circondano. Sul balcone vicino una donna appende il bucato alzando il volume della radio ed  un ritmo vivace della canzone rimbalza come una piccola palla gonfiabile dai muri degli edifici vicini. Un attimo fa sento un tintinnio delle monete e un rumore di una lattina caduta. Dietro di me un uomo con delle ciabatte da mare apre la sua pepsi che un attimo fa si è rotolata verso le sue mani da un distributore automatico che ronzava come uno sciame di api. Colui si guarda intorno, dando un’occhiata ai tetti di Barcellona dopo di che lentamente sparisce dietro la porta del vano scale.

10 ott 2015

Un muffin in volo



Quasi quasi abbiamo perso il treno.

Quando alla stazione, vicino ai distributori di biglietti  cercavo per la terza volta di spiegare ad una signora con i capelli biondi che con il foglietto che aveva appena acquistato potrà tranquillamente prendere il treno per Venezia a qualsiasi ora di quel giorno se prende un treno regionale, il Mio Amato mi toccava col gomito, guardando nervosamente l’orologio.  “Stiamo per perdere il treno”, sibilava, sorridendo con nervosismo alla signora di una nazionalità indefinita, con la quale stavo discutendo. Lo stress mi ha stretto la gola quando ho informato la donna di questo fatto ed a lei sembrava non importare che il nostro treno stava per partire e continuava a fare le domande. Le ho rispiegato, passo dopo passo, tutto quello che doveva fare (convalidare il biglietto e salire sul treno), dopo di che, assicurandola ancora una volta che tutto andrà bene  e arriverà a Venezia se fara come le avevo appena detto, ci siamo salutate così affettuosamente come in fretta.

Quando siamo arrivati al binario, il treno suonava ormai impazientemente, pronto a partire.
“Ma com’è possibile che noi sempre dobbiamo andare in fretta?”, ha chiesto retoricamente l’Amato, sedendosi accando a me.

2 ott 2015

Quando i luoghi ci chiamano



E' successo.

Ho messo il naso al di fuori dello stivale italiano. L'inaspettato non mi ha spazzato, anche se durante l'atterraggio le turbolenze hanno scosso tutto l'aereo. Mamma diceva che là le turbolenze capitano spesso, tuttavia non ero sicura se quella volta non fosse stato il tremare del mio cuore. Guardò fuori dalla finestra e al di sotto delle nuvole dense, si poteva vedere il contorno del porto. Siamo arrivati.

Non mi ricordo il primo momento in cui ho sentito l'aria locale nei miei polmoni, ma se nella mia mente camminavo così tante volte su quella terra, ed il mio io sembrava conoscere a memoria la composizione delle strade, forse il mio corpo ha riconosciuto come familiare anche l'aria. Quello che è successo dopo, dal momento in cui sono scesa dall'aereo, poi salita sull'autobus e alla fine arrivata a carrer d'Urgell, mi sembrava un delirio onirico e come accade in un sogno, delle seguenze di scene irreali di cui ero testimone. Al carrer d'Urgell siamo scesi come gli unici e invece di una folla di gente, e tra di loro i borseggiatori, per strada c'era solo una signora seduta sulla panchina e un gruppo di giovani che stavano andando lungo la strada con un passo veloce. Quando, sorridendoci, ci siamo messi a camminare giù la strada, davanti agli occhi avevo ancora le parole, visualizzate su un piccolo schermo in autobus, accompagnate da una emoticon sorridente "Hooray!You are finally here!".

18 set 2015

La regata e le chiavi veneziane



Ormai dalla metà di agosto la superficie pubblicitaria della città è stata riempita con dei poster che informavano sull’evento. Venezia, essendo in effetti proprio un monumento, può vantarsi del fatto che i muri dei palazzi e le facciate delle chiese sono rimaste  prive di qualcun tipo di “arte urbana” come per esempio i graffiti. I poster vengono appesi soprattutto sui pannelli che coprono gli edifici ristrutturati.  I lavori di ristrutturazione vengono svolti a Venezia quasi per tutto il tempo quindi la quantità delle superfici per appendere i poster sembrano infinite.

Salendo in vaporetto oppure camminando lungo i canali, spesso, incuriosita, mi giravo per dare un’occhiata ai veneziani e alle veneziane che remavano accanitamente sul Canal Grande. Come ogni anno, la regata si intreccia con la mostra del cinema a Venezia, e per questo a volte è possibile vedere una barca della TV Rai, fermata davanti ad uno dei palazzi sull’acqua. Settembre è un mese in cui Venezia è eccezionalmente affollata, anche se in teoria la stagione estiva è terminata.

8 ago 2015

Mosaici, melone e rose



Ravenna, la possiamo conoscere camminando lungo i lunghi viali, pieni di motorini rumorosi che lasciano dietro di sé l'odore di gas di scarico; camminando lungo le stradine dove risuonano i suoni di conversazioni e dove si sente un profumo di un caffè appena fatto. Seduti in una caffetteria vicino alla finestra, possiamo diventare un pigro osservatore, mordere delicatamente il cucchiaino come se fosse una matita e guardare il mondo fuori la finestra. Poi, arriva un momento di delusione e riflessione che le città che visitiamo sono soprattutto un insieme delle faccende quotidiane, un centro fatto di asfalto in cui la vita pulsa nel ritmo di mandare una lettera, pagare le bollette, nel tempo di arrivare in autobus o in macchina al lavoro e poi a casa. Annuiamo sulla comprensione dello stato delle cose e sentiamo un certo sollievo quando ci rendiamo conto che, mordendo il cucchiaino e poi camminando lungho i viali, facciamo parte di questo centro pulsante e per un attimo, un’ora o per un giorno possiamo condividere con esso la quotidianità.

24 lug 2015

Guida italiana: Rimini



La rossa d'estate cambia il colore, assumendo le sfumature bordò. Succede così a causa della vampa del sole e del caldo che emana dall'asfalto e si diffonde nell'aria, entrando anche negli angoli più stretti, più nascosti e bui. L'aria è pesante anche nell'ombra dei portici. Per questo d'estate (e a volte anche di primavera, durante i weekend) le strade diventano vuote, i negozi chiudono, e solo da qualche parte si vedono dei singoli turisti che camminano lentamente non tanto contenti della propria solitudine in una grande città. Bologna diventa una città-fantasma, e tutti i cittadini prendono la stessa destinazione: al mare.

29 giu 2015

I limoni liguri



Il benvenuto ce l’hanno dato il rumore del ruscello ed i limoni sugli alberi. Le nuvole che inizialmente annunciavano la pioggia, si sono dissipate definitivamente. Mentre scendevamo lungo le vie ancora vuote, ci accompagnavano i raggi forti del sole ed il rumore dell’acqua il cui suono, di notte, deve diventare veramente calmante. Quanto le spiaggie del Mar Adriatico sono di solito sabbiose, tanto le coste del Mar Ligure sono di solito rocciose, tagliate dalle falesie, sulle quali sono state costruite in modo solido e quasi impossibile le città con i muri colorati delle case, dipinte come per una mostra. Non so se i loro abitanti se ne rendano conto, quanta confusione e quante emozioni suscitano le loro case, in realtà spesso trascurate, che contengono solo il minimo indispensabile, in cui però cova una bellezza modesta verso la quale sono rivolti gli occhi di tutto il mondo.


15 giu 2015

Un pensiero che viene ballato



La notte era calda, ma non afosa. Il vento è cessato, e l’unico soffio d’aria che veniva contro la mia faccia, con delicatezza, era quello messo in moto durante la marcia. Il silenzio che ci circondava sembrava assumere la forma di una nebbia densa in cui entravamo con ogni passo. Le nostre parole risuonavano con l’eco tra i canali. L’unica anima viva che si è fatta vedere da lontano è stato un gatto seduto vicino ad un palazzo a guardarci. Un attimo dopo abbiamo sentito i primi frastuoni delle conversazioni e delle posate e dei piatti messi in ordine. I piccoli ristoranti stavano piano piano chiudendo. I camerieri portavano dentro le sedie ed i tavoli. Alcuni ci salutavano con un gesto, altri nemmeno si facevano caso della nostra presenza. Qualcuno nel palazzo accanto ha aperto una finestra. Abbiamo attraversato un ponte e sottoportego ed alle nostre orecchie sono cominciate ad arrivare le prime linee melodiche, le quali con ogni passo diventavano più comprensibili. Poco dopo siamo arrivati in Campo San Giacomo e la musica è diventata chiarissima. La notte era eccezionalmente buia e nonostante i lampioni accesi, i contorni delle persone che si trovavano in mezzo del campo sembravano indistinte. Tutte le coppie parevano scivolare delicatamente sul lastrico veneziano, i movimenti di alcuni erano più sciolti, degli altri invece di meno. Alle nostre orecchie arrivavano le risate allegre e un ritmo deciso e un po’ nostalgico del tango. Quasi stavo dimenticando com’è bello ballare.

18 mag 2015

Mantova: il lago dei cigni


A Mantova siamo arrivati , diciamo, per caso. Inizialmente la nostra meta doveva essere la Liguria, però visto che in quei giorni prevedevano le precipitazioni per tutte le coste del nord d’Italia, abbiamo deciso di non lasciar perdere e andare in un posto in cui l’ombrello non ci sarebbe servito. Grazie allo sviluppo della tecnologia, con pochi tocchi delle dita ci siamo avvicinati abbastanza a qualsiasi luogo degno di nota sulla mappa. Come è venuto fuori, la mappa dettagliata delle alcune regioni d’Italia mi sorprende sempre, e per questo la nostra scelta era ovvia: circondata da tre laghi, soleggiata Mantova.

25 apr 2015

La vampa del sole d'agosto


Anche se siamo arrivati di mattina, il sole ormai era abbastanza forte. Stavo su un asfalto bollente del parccheggio cercando un po’ di ombra. Mi sono pentita di non aver portato delle altre scarpe, più coperte. Nonostante i soffi delicati del vento, anche camminando sentivo come il sole mi abbronzava le braccia ed i piedi fino alla rossezza. Proseguivamo per le scale di pietra in alto verso il centro della città, il quale sembrava guardarci dall’alto. Stava lì pesante, resistente al caldo, spuntando piano piano davanti ai nostri occhi dagli angoli. Gli edifici alti, collocati stabilmente sulle scarpate sembravano aderire ad esse così solidamente come se da sempre fossero un’unica cosa. Come se quelle rocce ripide si fossero consapevolmente lasciate sottomettere all’uomo perché quello avesse potuto costruirci le propre case.

15 apr 2015

Acrobazie sulla corda



Siamo partite dalla fermata Fondamente Nove, alla quale si affollava ormai un notevole viavai di persone. Tra di loro c’erano soprattutto le famiglie con i bambini, le coppie di turisti, dei singoli passeggeri tristi e pensierosi ed, infine, noi. Quando la fermata di vaporetto era tutta riempita dei corpi sudati, diventava abbastanza stabile in modo che per un attimo si poteva dimenticare di stare sull’acqua. Quando però quel casotto galleggiante sull’acqua era quasi vuoto, e le singole persone stipate negli angoli erano sedute sulle panchine strette, aspettando il trasporto acqueo, una volta entrati nella fermata dondolante era possibile sentirsi come su uno dei giochi gonfiabili per i bambini, dove i ragazzini si arrampicano per poi poter scivolare dallo scivolo. Noi siamo scivolate dalla fermata al vaporetto e abbiamo trovato due posti, abbastanza all’ombra.

1 apr 2015

Carabinieri nel Palazzo Ducale

L'archittetura sottoposta alla natura in Piazzale della Pace; a destra (invisibile ormai sulla foto) il Palazzo della Pilotta.

Visitare i posti è difficile e divertente. Saper scoprire i luoghi visitati è una capacità stranamente complicata, per essere in grado di camminare per tutta la città guardando tutto senza vedere veramente  niente. È divertente andare da una parte e , guardando intorno, rendersi conto che probabilmente sei l’unico turista. Sarà un po’ come con un’affermazione: “vai alla mia città natale? Perché? Là non c’è niente.” E la gita comincia ad essere più interessante quando quel „niente” inizia a prendere forma.

10 mar 2015

Bologna (non) banale


Cosa c’è di bello a Bologna? Una volta ho sentito dire che sembra medievale. Beh, un tratto caratteristico delle vecchie città, e in un certo senso un loro vantaggio, è che ricordano i tempi lontani ed oscuri, in cui possiamo specchiarci, dando un’occhiata negli angoli bui. Bologna non è romantica, né alla moda, ed a prima vista non ci fa pensare a niente di particolare. Sembra più carina in pieno sole, durante le tranquille passeggiate e secondo alcuni anche di notte prima delle feste natalizie.

27 feb 2015

Troppa Toscana?


Quando domando a qualcuno „quale luogo ti viene in mente se ti chiedo dell’Italia?”, la risposta più frequente è la Toscana. Toscana in generale, come se tutti i posti della regione fossero uguali. Le “campagne italiane” incantevoli, i colorati campi spirali, i lunghi viali lungo i quali crescono gli alberi, le olive, il vino e le gite spensierate in vespa. L’idillio, in altre parole. Se girando nella libreria arriveremo alla sezione della letteratura straniera, sicuramente troveremo almeno 3 libri di diversi autori (di solito autrici) intitolate “Le vigne in Toscana”, “La mia Toscana”, “Villetta in Toscana” ecc. (i titoli li ho inventati da sola in questo momento, ma sono sicura che almeno uno di essi esite davvero).  Tempo fa alcuni libri simili sono finiti nelle mie mani, per curiosità. Quella non è una letteratura alta, però leggera e piacevole, proprio come una diffusa immagine della Toscana. In questo modo ho trovato anche un libro di Dario Castagno “Troppo sole della Toscana” (“Too much tuscan sun”), che mi ha incuriosito con il proprio titolo e perché mostrava lo stesso del mio interesse  dell’autore (cresciuto in Toscana) verso il fenomeno della regione e della folla dei romanzi (spesso autobiografici) che descrivono la vita degli autori tra le vigne e le case ristrutturate. La risposta, purtroppo non l’ho trovata, però non tanto tempo dopo si è presentata l’occassione di convincermene sulla propria pelle. E ci sono andata. Allora che cosa la Toscana ha di speciale che attrae i turisti stranieri, i quali a volte decidono addirittura di trasferirci? Se ricordo bene, Toscana è una regione in cui la durata media della vita è più alta d’Italia. Non garantisco le scoperte mozzafiato ma sicuramente cercherò di avvicinarVi un vero, in quanto ne sarò in grado, immagine della Toscana.

22 feb 2015

Bella ma non apprezzata, ovvero cosa una guida non ci può dare



Di nuovo Vi porto nel paese di ‘nduja, formaggi, carne suina e cipolla. L’Italia del Sud nella propria natura è un po’  insolita e complessa, visto che i turisti ci vanno per ammirarla, mentre i giovani che ci sono nati, spesso partono per nord per gli studi o per il lavoro. I bei paesaggi d’Italia sono un po’ come le gondole. Di nuovo farò riferimento a Brodski, visto che lui sembra essere l’unico che pensi usando le stesse parole che uso io: (...) coloro ai quali una cosa del genere sarebbe intonata, una gondola è tanto inaccessibile quanto un albergo a cinque stelle. L'economia riflette la demografia, d'accordo; ma la cosa è doppiamente triste, perché la bellezza, invece di promettere il mondo, è ridotta a esserne la mercede.”*
Ed i paesaggi d’Italia sono a volte come un diamante non sfaccettato. Rallegrano gli occhi soprattutto nei posti di cui non si parla tanto.

17 feb 2015

Evviva la gioia, c'è il carnevale!

  

Secondo Oscar Wilde, possiamo conoscere la vera faccia dell’uomo, quando esso indosserà la maschera. Il che, a dire il vero, malgrado le apparenze siamo disposti di fare certe cose quando nessuno può vedere la nostra faccia. Il carnevale era un periodo piacevole, periodo quando si respingeva le preoccupazioni e convenienze, e la possibilità di essere anonimi dava (e dà fino ad oggi) il coraggio e, in caso di insuccesso, permetteva di scappare dalla responsabilità. E quelli sembrano a volte alcuni delle qualità più desiderate nella storia dell’umanità. La scelta di una maschera sicuramente anche porta con sé qualche significato e ci dà qualche informazione sulla persona e su quello che nasconde sotto la pelle, oppure cui pelle indosserebbe se potesse farlo. Le parole di Oscar Wilde erano il motto del Carnevale di Venezia nel 2015, ed esse ci davano il benvenuto al sito web dell’evento come se ci chiedessero: “E tu, chi vuoi diventare oggi?”

27 gen 2015

Cosa (ci) manca a Padova?


Leggendo le descrizioni delle gite, ho notato che Padova fa parte delle tappe “must-see” durante una gita al Nord d’Italia.  Il mio primo ricordo di questa città non è tanto “italiano”: i condomini alti, alcuni palazzi, le zone abbastanza moderne che non hanno a che fare con i centri storici italiani e un caldo da morire. E proprio questo è il motivo per cui bisogna ritornare ad alcuni posti, soprattutto quelli, le cui immagini sembrano sempre più nebbiose e non tanto chiare, fino al punto in cui non siamo tanto sicuri se quel ricordo riguarda ancora questo posto oppure ormai un’altro. E come scrisse José Saramago “Bisogna (...) vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, (...) con il sole dove la prima volta pioveva (...)”. Ed in questo modo sono tornata a Padova, la quale ricordavo soleggiata, afosa e abbastanza mediocre, e la quale, in seguito, mi si è mostrata nuvolosa, piovosa, autunnale e .... incantevole.

21 gen 2015

I puzzle del mondo ed il Santo Marino


L’attraversare i confini è un’esperienza strana. Soprattutto nei tempi di oggi, quando non guardano insidiosamente te, la foto nel suo documento e poi di nuovo te, come se sospettassero che la tua faccia fosse il risultato di diverse operazioni fatte all’estero, che veramente tu non fossi tu, ma un contrabbandiere di armi o un trafficante di persone, e non fa niente che hai solo 10 anni, sei seduto sul sedile posteriore, mangi un lecca lecca e guardi il vigile con uno sguardo sonnolento, mettendo apposto il cuscino che stringi in mano. Ora nemmeno ti guardano bene (anche se forse dovrebbero, visto che sei invecchiato di più di una decina d’anni), importante che i dati nei documenti corrispondano, però, in caso, ti fanno togliere fuori il computer, tutti i cavi, il libro e gli assorbenti.  E fanno bene, penso. Meglio essere prudenti.
L’attraversare i confini è un’esperienza strana, visto che mi fa rendere conto che, in fin dei conti, tutte quelle persone non si differenziano dalle altre. Più viaggi, più ti rendi conto che i confini sono solo un’illusione di estraneità, la quale, insieme al suo sembrare spregiativo, invece di avvicinare allontana e ci fa capire, sbagliatamente, che il mondo è un insieme di puzzle delle diferenze.  In realtà l’elemento principale di questo puzzle che nello stesso tempo lo caratterizza è la varietà, e i propri abitanti, ovvero noi, siamo, nella propria diversità,  tutti uguali e pari.
L’attraversare i confini è un’esperienza strana, soprattutto nei tempi di oggi, quando i confini sono quasi invisibili e di cui esistenza, ci ricorda per esempio la technologia.
Siamo circa 134 chilometri da Bologna, la gente sempre parla in italiano, l’euro è sempre la valuta vigente, solo i cellulari continuano a ricordarci del roaming. Allora cosa c’è? Un errore di linea? No. Benvenuti a San Marino!

13 gen 2015

A Ferrara in treno


Ferrara è una città menzionata spesso però solamente pochi ne scrivono qualche parola in più.  E' una città collocata fra Bologna e Padova e con il proprio fascino può competere con quelle due città che a differenza di Ferrara, vengono spesso visitate dai turisti stranieri.

7 gen 2015

Tre sfumature della cucina calabrese

Devo dirvi che dopo aver visto le sfumature sabbia-miele della Sicilia me ne aspettavo simili anche in Calabria. Mi ricordo, durante una delle mie ultime visite in Sicilia, mentre stavo ammirando il panorama su una costa rocciosa del nord-est della Sicilia, guardavo, in lontano, come se fosse nascosta dietro una tenda nebbiosa, la punta dello stivale italiano, ovvero la costa della Calabria.
E come ho scoperto poco dopo, la Calabria si è rivelata completamente diversa da come me la sono immaginata. 
Se il colore sabbia-miele non è quello della Calabria, qual'è?