Quando domando a qualcuno
„quale luogo ti viene in mente se ti chiedo dell’Italia?”, la risposta più
frequente è la Toscana. Toscana in generale, come se tutti i posti della
regione fossero uguali. Le “campagne italiane” incantevoli, i colorati campi
spirali, i lunghi viali lungo i quali crescono gli alberi, le olive, il vino e
le gite spensierate in vespa. L’idillio, in altre parole. Se girando nella
libreria arriveremo alla sezione della letteratura straniera, sicuramente
troveremo almeno 3 libri di diversi autori (di solito autrici) intitolate “Le
vigne in Toscana”, “La mia Toscana”, “Villetta in Toscana” ecc. (i titoli li ho
inventati da sola in questo momento, ma sono sicura che almeno uno di essi esite
davvero). Tempo fa alcuni libri simili
sono finiti nelle mie mani, per curiosità. Quella non è una letteratura alta,
però leggera e piacevole, proprio come una diffusa immagine della Toscana. In
questo modo ho trovato anche un libro di Dario Castagno “Troppo sole della
Toscana” (“Too much tuscan sun”), che mi ha incuriosito con il proprio titolo e
perché mostrava lo stesso del mio interesse
dell’autore (cresciuto in Toscana) verso il fenomeno della regione e
della folla dei romanzi (spesso autobiografici) che descrivono la vita degli
autori tra le vigne e le case ristrutturate. La risposta, purtroppo non l’ho
trovata, però non tanto tempo dopo si è presentata l’occassione di
convincermene sulla propria pelle. E ci sono andata. Allora che cosa la Toscana
ha di speciale che attrae i turisti stranieri, i quali a volte decidono
addirittura di trasferirci? Se ricordo bene, Toscana è una regione in cui la
durata media della vita è più alta d’Italia. Non garantisco le scoperte
mozzafiato ma sicuramente cercherò di avvicinarVi un vero, in quanto ne sarò in
grado, immagine della Toscana.
27 feb 2015
22 feb 2015
Bella ma non apprezzata, ovvero cosa una guida non ci può dare
Di nuovo Vi porto nel paese di ‘nduja, formaggi, carne suina e cipolla. L’Italia del Sud nella propria natura è un
po’ insolita e complessa, visto che i
turisti ci vanno per ammirarla, mentre i giovani che ci sono nati, spesso partono per nord per gli studi o per il lavoro. I bei paesaggi d’Italia sono un
po’ come le gondole. Di nuovo farò riferimento a Brodski, visto che lui sembra essere l’unico che pensi usando le stesse parole che uso io: “(...) coloro ai
quali una cosa del genere sarebbe intonata, una gondola è tanto inaccessibile quanto
un albergo a cinque stelle. L'economia riflette la demografia, d'accordo; ma la
cosa è doppiamente triste, perché la bellezza, invece di promettere il mondo, è
ridotta a esserne la mercede.”*
Ed i paesaggi d’Italia sono a volte come un diamante non
sfaccettato. Rallegrano gli occhi soprattutto nei posti di cui non si parla
tanto.
17 feb 2015
Evviva la gioia, c'è il carnevale!
Secondo Oscar
Wilde, possiamo conoscere la vera faccia dell’uomo, quando esso indosserà la
maschera. Il che, a dire il vero, malgrado le apparenze siamo disposti di fare
certe cose quando nessuno può vedere la nostra faccia. Il carnevale era un
periodo piacevole, periodo quando si respingeva le preoccupazioni e
convenienze, e la possibilità di essere anonimi dava (e dà fino ad oggi) il
coraggio e, in caso di insuccesso, permetteva di scappare dalla responsabilità.
E quelli sembrano a volte alcuni delle qualità più desiderate nella storia dell’umanità.
La scelta di una maschera sicuramente anche porta con sé qualche significato e
ci dà qualche informazione sulla persona e su quello che nasconde sotto la
pelle, oppure cui pelle indosserebbe se potesse farlo. Le parole di Oscar Wilde
erano il motto del Carnevale di Venezia nel 2015, ed esse ci davano il
benvenuto al sito web dell’evento come se ci chiedessero: “E tu, chi vuoi
diventare oggi?”
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