15 apr 2015

Acrobazie sulla corda



Siamo partite dalla fermata Fondamente Nove, alla quale si affollava ormai un notevole viavai di persone. Tra di loro c’erano soprattutto le famiglie con i bambini, le coppie di turisti, dei singoli passeggeri tristi e pensierosi ed, infine, noi. Quando la fermata di vaporetto era tutta riempita dei corpi sudati, diventava abbastanza stabile in modo che per un attimo si poteva dimenticare di stare sull’acqua. Quando però quel casotto galleggiante sull’acqua era quasi vuoto, e le singole persone stipate negli angoli erano sedute sulle panchine strette, aspettando il trasporto acqueo, una volta entrati nella fermata dondolante era possibile sentirsi come su uno dei giochi gonfiabili per i bambini, dove i ragazzini si arrampicano per poi poter scivolare dallo scivolo. Noi siamo scivolate dalla fermata al vaporetto e abbiamo trovato due posti, abbastanza all’ombra.

Chi arriva primo sarà seduto più a lungo sulla corda

Non so da cosa esso dipende ma ho notato una strana caratteristica della folla, la quale si attiva nel momento dell'entrare. Una strana mania di “chi arriva primo”, anche se tutti sanno bene che l’aereo o il vaporetto non partirà senza di loro. Però, come si vede, questa consapevolezza non basta, allora ti spingono e  ti schiacciano, perché prima saranno seduti, prima otterranno un gradevole stato di rilasso e il senso di sicurezza. Scivolo quindi un po’ schiacciata, e un po’ di dietro, però nonostante questo riesco a trovare un libero sedile di plastica. Allora ci sediamo, il motore scricchiolante romba in modo sciagurato e partiamo.


I viaggi in vaporetto non fanno parte di quelli veloci. È un mezzo di trasporto creato piuttosto per la gente paziente e che va con calma. Dal sestiere Cannaregio, se ricordo bene, il viaggio a Murano dura circa 30 minuti. Brodski paragonò il viaggo in gondola ad un incontro erotico tra l’acqua e la superficie della barca veneziana. A cosa invece si può paragonare il viaggio in vaporetto? A dire il vero a volte è difficile lasciarsi trascinare dall’attimo e riflettere sulla natura del contatto tra l’acqua ed il vaporetto, quando si è circondati dalla folla che suona di tutte le lingue del mondo. Tuttavia se in qualsiasi modo ci riusciamo, il viaggio in vaporetto possiamo paragonarlo ad uno scivolare delicato e nello stesso tempo stabile su una superficie simile ad una corda tesa duramente.

La verità la scopri tramite l’olfatto

Una volta arrivate alla prima destinazione, scendiamo dalla superficie dondolante a quella stabile e le nostre gambe cominciano a intricarsi in modo divertente, come se si alzassero doppiamente sulle molle che durante il viaggio si sono create nelle ginocchia. Murano, a causa della molteplicità dei ponti là presenti, ci può sembrare complessa come Venezia, però in realtà non è altro che un gruppo di sette isole collegate insieme, le quali è facile girare a piedi in un pomeriggio. Un carino modello a forma dell’isola con i canali che la trafiggono possiamo trovarlo al cortile del Museo Vetrario, dal quale arriviamo anche in un bel giardino in cui possiamo riposare all’ombra. Delle meraviglie di vetro che è possibile vedere a Murano ho già scritto qui. Vale la pena scattare delle foto a quelle grandi statue di vetro collocate per strada sull’isola, visto che quelle che vedremo al Museo stesso è vietato fotografare (oppure se lo facciamo di nascosto, con la flèche spenta, e con una macchina fotografica silenziosa che con i propri rumori non tradirà le nostre intenzioni ;)). Vale quindi la pena memorizzare bene le cose viste e poi raccontarle e descriverle. In quanto i gioielli fatti dal vetro di Murano si possono trovare dappertutto, non sempre quel vetro è quello vero e proprio muranese. Si dice che i veri veneziani sappiano riconoscere il vetro finto da quello vero tramite l’olfatto.

Il modello "patriotico" dell'isola trovato nel Museo Vetrario




Banda di gatti 

Se decideremo di continuare il percorso acqueo sulla corda, sarà necessario di nuovo essere pazienti, visto che il viaggio da Murano a Burano dura più di 40 min. La folla in vaporetto è ormai un po’ diminuita ma sempre fastidiosa. Tuttavia vale la pena fare la fila insieme agli altri volenterosi delle sensazioni colorate su un’altra delle isole veneziane. Burano si visita con gli occhiali da sole, visto che ci stuzzica gli occhi. I colori delle case riflettono i raggi del sole, i quali infastidiscono i nostri occhi di uno sguardo pallido. Ho sentito dire di un quartiere di gatti a Burano, dove è possibile incontrare le bande di felini camminare lungo i canali oppure sdraiate su un lastrico riscaldato dal sole. Si dice che tempo fa i gatti siano stati trasportati a Venezia e alle isole vicine a causa di un’eccessiva presenza di ratti. La piazza principale di Burano è la Piazza Baldassarre Galuppi, dove troveremo i ristoranti, i negozi e la chiesa di San Martino. Sulla costa vicina, sull’erba sono sdraiati i turisti, cogliendo l’attimo. Lo colgo anch’io, immergendomi nella consapevolezza di esistere per un momento su un piccolo pezzo di terra diviso con i canali.  Da quella costa si estendeva una bellissima vista sulla laguna, la quale ammirando è facile dimenticarsi e bruciarsi le spalle con il sole.




L’Italia è un passe in cui anche i più implacabili fan dell’architettura moderna minimalista, scopriranno in sé almeno la lode per un’edilizia bella, vecchia, e quasi eterna. In quanto Venezia può essere paragonata ad un pesce sul guinzaglio, tenuto forte da Mestre collocato sulla terra ferma, così Murano e Burano sono delle ramificazioni spensierate, e l’unica strada per raggiungerle è quella in una scatola gonfiabile che scivola sullo specchio d’acqua.


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