18 mag 2015

Mantova: il lago dei cigni


A Mantova siamo arrivati , diciamo, per caso. Inizialmente la nostra meta doveva essere la Liguria, però visto che in quei giorni prevedevano le precipitazioni per tutte le coste del nord d’Italia, abbiamo deciso di non lasciar perdere e andare in un posto in cui l’ombrello non ci sarebbe servito. Grazie allo sviluppo della tecnologia, con pochi tocchi delle dita ci siamo avvicinati abbastanza a qualsiasi luogo degno di nota sulla mappa. Come è venuto fuori, la mappa dettagliata delle alcune regioni d’Italia mi sorprende sempre, e per questo la nostra scelta era ovvia: circondata da tre laghi, soleggiata Mantova.


Cigni e principi

La strada principale che ci porta all’entrata della città assomiglia quasi ad un tratto reale. Una lunga strada a doppia carreggiata ci conduce verso il centro della città che si espone orgogliosamente dall’altra parte della riva. A Mantova ce ne sono 3 laghi: Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore.  Nei vecchi tempi al sud della città ci fu il quarto chiamato Lago Paiolo, prosciugato alla fine del XVIII secolo. Altri tre laghi che circondano la città sono artificiali, che però durante le giornate canicolari rinfrescano con l’aura gli abitanti sdraiati lungo la riva sulle coperte o sulle panchine. La vendita dei gelati va alla grande, e nelle vicinanze serpeggia una fila delle persone desiderose di farsi un’escursione in battello sul lago. Nell’aria si sente un odore fresco dell'acqua e un vento avvolgente che soffia dal lago quasi ci prende per la mano sussurrando come il tiglio di Kochanowski , poeta polacco, : “Caro ospite, siediti sotto le mie foglie, riposati!”. Acconsentiamo all’invito appena alla fine della nostra gita, riprendendo il respiro, esponendosi ai raggi del sole e osservando i cigni che sguazzano nell’acqua.

Colorata mappa di Mantova trovata vicino all'entrata della città



Appena arrivati ci siamo recati verso la Piazza Sordello, la quale viene ornata dal Duomo costruito in due stili. Come mai in due stili? Allora, la Cattedrale (in stile romano) fu costruita tra il XIV ed  il XV secolo sul posto di un altra chiesa, bruciata nei tempi del medioevo. Invece la facciata barocca della cattedrale, la quale possiamo ammirare ora, proviene dal XVIII secolo e rende il duomo insolito e dà un’illusione di multilivelli, visto che i lati della cattedrale rimangono sempre dello stile romano. Troviamo il parcheggio quasi subito anche se pieni di dubbi se quello sicuramente non fosse un posto vietato. Però chi se ne frega, alla fine era sabato! ;) In Piazza Sordello si trova anche il Palazzo del Capitano, che fa parte del Palazzo Ducale, il quale attraversando entriamo in un giardino, in cui i vialetti si intrecciano a forma di un cerchio. Sorpresi ma non affascinati godiamo la vista ed in seguito proseguiamo di nuovo nel fondo delle vie. La città ci chiama!


Una vista panoramica della Piazza Sordello

Mantova, con la molteplicità dei palazzi colorati, la cui storia l’ho conosciuta spesso dopo essere tornata a casa, mi ha incantato con la propria imprevedibilità. Nascosta tra i laghi, modesta che non suscita dei sospetti, si è dimostrata una cassa piena degli oggetti affascinanti ma dimenticati
Per il pranzo ci siamo fermati in un ristorantino e nelle sue vicinanze, per strada, suonava un gruppo di musicisti accompagnato dall’applauso dei passanti. Ci lasciamo guidare dai venti della città che ci conducono verso il Castello di San Giorgio. Il castello, costruito, similmente al duomo, fra il XIV ed il XV secolo, dolorosamente ci mostra le proprie cicatrici del tempo. Nel fossato c’è ancora l’acqua, ormai coperta dalla lemna verde. Due torri sono collegate con un ponte di legno che persino da lontano sembra fragile ed instabile. Ritornando verso la Piazza Sordello, giriamo verso la Piazza del Castello,  che porta i visitanti verso l’entrata del castello. La piazza, non so perché, secondo me assomigliava al cortile del castello di Wawel a Cracovia, anche se privo di un’energia forte del charka di Wawel.

I portici in Piazza del Castello


Caffè culturale

Vale la pena finire il pomeriggio con un buon caffè. La nostra scelta è risultata una scelta poetica, visto che al Caffè  Modì, dove abbiamo bevuto una dose di caffeina desiderata, hanno luogo delle serate di poesia, e le pareti del locale sono coperte con la carta da parati con delle poesie. Se si sveglierà in voi un’anima del poeta potete lasciare il proprio pensiero in un quaderno degli ospiti, in cui i visitanti, formando le rime oppure no, hanno disegnato i propri, a volte dolorosi, pensieri. Nelle nostre mani è finito quello del 2007, riempito dalle dediche dalla prima pagina all’ultima. L'ultima  serata di poesia era prevista per il 15 maggio 2015. 

Alla fine della giornata arrivano le nuvole ed il vento. Il paesaggio perde i propri colori e riprende le sfumature matte di grigio. Anche se la pioggia non era prevista, le rive del lago piano piano si spopolano. Restano solo dei pescatori silenziosi e alcune coppie serene che sussurrano come se fossero ansiosi che lo specchio del lago potesse portar via le loro parole alle orecchie non desiderate. Mi fermo e sento un piacevole dolore dei piedi. È arrivato il momento di tornare.

Un balcone primaverile trovato vicino la Piazza delle Erbe :)

Mantova si è presentata come una città che avvolge tutti coloro che la visitano e incanta con il proprio carattere pittoresco. E' decisamente una città della quale non si parla abbastanza.

1 commento:

  1. LA PROSSIMA VOLTA CHE PASSATE EPR MANTOVA Però DOVETE ASSAGGIARE LE SUE DELIZIE CULINARIE , COME LA TORTA ALLE ROSE O LA TORTA ELVETIA..SONO SUPER BUONE O LA SUPER BUONA FOCACCIA TIROT..MANTOVA è BELLISSIMA MA SCUSAMI SONO INCINTA E TENDO A PENSARE MOLTO AL CIBO IN QUESTO PERIODOD AHAHAH

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