Ravenna, la possiamo conoscere camminando lungo i lunghi viali, pieni di
motorini rumorosi che lasciano dietro di sé l'odore di gas di scarico; camminando lungo le stradine dove risuonano i suoni di conversazioni e dove si sente un profumo di un caffè
appena fatto. Seduti in una caffetteria vicino alla finestra, possiamo
diventare un pigro osservatore, mordere delicatamente il cucchiaino come se
fosse una matita e guardare il mondo fuori la finestra. Poi,
arriva un momento di delusione e riflessione che le città che visitiamo sono
soprattutto un insieme delle faccende quotidiane, un centro fatto di asfalto in
cui la vita pulsa nel ritmo di mandare una lettera, pagare le bollette, nel
tempo di arrivare in autobus o in macchina al lavoro e poi a casa. Annuiamo
sulla comprensione dello stato delle cose e sentiamo un certo sollievo quando
ci rendiamo conto che, mordendo il cucchiaino e poi camminando lungho i viali,
facciamo parte di questo centro pulsante e per un attimo, un’ora o per un
giorno possiamo condividere con esso la quotidianità.