22 nov 2016

Piacenza, ovvero sulla normalità



La Piazza Duomo emerge davanti a noi un po ' all'improvviso. Tutta la città è coperta e avvolta da uno spesso strato di nubi come da una calda coperta. Ed infatti, le foglie degli alberi stanno appese immobili, non si sente nemmeno la più delicata raffica di vento che potrebbe farle dondolare. E nonostante un'aura nuvolosa e un'aria fresca, il freddo non si sente. La cattedrale, enorme, di una facciata fenomenale è nascosta tra le braccia dei palazzi vicini. Su una delle panchine situate intorno alla piazzetta sta seduto un uomo anziano, risolvendo, con un volto sereno, i cruciverba, ed il cane che lo accompagna sta seduto attento con uno sguardo fisso, come se fosse pronto a fare un salto o a correre.  Il nome della città di Piacenza non è tanto lontano dal significato del verbo "piacere" e la città stessa è .... un piacere di scoprire la normalità. 

2 nov 2016

Impressioni di viaggio: sopra le nuvole

Fonte

Aveva ragione Tiziano Terzani scrivendo che il viaggio via terra ci dà la possibilità di un'esperienza più tangibile del nostro viaggio. "Uno spostarsi" apparentemente insignificante si trasforma in una contemplazione silenziosa, che si prolunga nel tempo come una pigra lumaca che lascia dietro di sé delle tracce appiccicose. Possiamo guardare una vita in corso, accanto alla quale passiamo, rimanendo in un certo senso al di fuori di essa, anche se allo stesso tempo, quella realtà da noi osservata ci risulta molto più familiare quando finalmente mettiamo il nostro piede al traguardo. 

Viaggiando in aereo ci ritroviamo ad una superficie completamente diversa. Anche se i viaggi in aereo si svolgono in un ritmo differente, possono essere altrettanto preziosi e stimolanti ed ispirarci in modo diverso del solito: basta solamente un po' di immaginazione per concepire un certo surrealismo. Ogni transito può risultare un'occasione di scoprire qualcosa di nuovo se semplicemente decideremo di chiudere il libro, rimuovere le cuffie dalle orecchie e guardare le persone intorno a noi o, con un po' di fortuna ... guardare il mondo fuori la finestra.

12 ott 2016

Sicilia (non)banale




La Sicilia è una calda goccia di color sabbia del Mar Mediterraneo, dove le vaste spiagge attirano turisti, dove gli infiniti campi di ulivi e dei paesini sulle colline meravigliano i visitatori e dove l'Etna fumante incuriosisce tutti quanti, compresi gli abitanti dell'isola, ormai abituati ai propri brontoli tranquilli. 
L'immagine più straordinaria della Sicilia emerge, tuttavia, nei luoghi in cui essa non viene più considerata ovvia, dove la strada asfaltata finisce o si interrompe, dove in lontananza appaiono delle case di pietra abbandonate ormai da tempo e dove al lato della strada tortuosa pascola una gregge di pecore bianche. D'estate i campi siciliani assumono le sfumature di color miele, e sulle colline che circondano la valle, girano lentamente delle ali grandi degli enormi mulini a vento. Questi lenti giganti, situati sulla cima delle colline, sembrano proteggere la linea dell'orizzonte, quasi sembrano trovarsi al confine del mondo. 

26 ago 2016

Melodia di Rossano



"Qui si può parcheggiare?" chiediamo.
"E sì, sì, certo. Non siete di qui? "risponde un vecchietto con un volto sereno. Con il cenno della testa rispondiamo di no e lui, come se improvvisamente gli fossero tornate tutte le forze ed entusiasmo, lancia da una mano all'altra un bastone su cui ancora poco fa si appoggiava e punta dritto con un dito. "Fermatevi qui! Ed andate lì! Lì c'è una bellissima vista! Avete una macchina fotografica? Bene! Dovete scattare qualche foto! "
E così abbiamo fatto.

10 ago 2016

Calabria non scoperta: Codex di Rossano



"Sai quante cose meravigliose ci sono in Calabria, di cui l'esistenza spesso nemmeno i calabresi se ne rendono conto!", mi hanno detto. Ho risposto di non saperlo, probabilmente, visto che spesso nemmeno i calabresi lo sanno. Così siamo andati a vedere il Codex che conta ben più di 1500 anni, che arrivò al sud dello stivale italiano, probabilmente dai lontani territori della Siria.

7 lug 2016

L'arte del passare del tempo, ovvero il Museo Archeologico di Olimpia



Ci siamo allontanati dal luogo malinconico dove cantavano le cicale e dove una calda sabbia polverosa ci bruciava i piedi. L'aria all'improvviso si è trasformata in un freddo vortice che arrivava dai larghi condizionatori, perdendo la propria viscosità; una volta entrati in un freddo corridoio, all'improvviso è scomparso quel braccio afoso che ci copriva ancora qualche attimo prima. L'ingresso al museo veniva sorvegliato da un ampio torso di pietra che tempo fa, facendo parte di una statua completa, ornava i templi ed i larghi viali dell'antica città di Olimpia

Con il passare del tempo, in realtà, l'arte assume un certo carattere che non aveva prima e risveglia l'immaginazione, ed il tempo sembra essere uno dei più bravi scultori di sempre. L'incompiutezza spesso ispira e incuriosisce, e quel torso, se fosse conservato e ritrovato come una scultura completa e intatta, probabilmente non avrebbe attirato così fortemente la mia attenzione nè degli altri visitatori.

14 giu 2016

Olimpia: lì, dove nacquero le olimpiadi



Le colonne spuntavano dal terreno. Davvero. La parte superiore di una colonna spuntava dal terreno, come se fosse un altro dei piccoli pali di legno conficcati accanto che separano il reperto dal sentiero. Ed il sentiero non era altro che un'erba polverosa, piegata, sottoposta al peso dei piedi umani. Un'erba che nonostante la polvere grigia e la sabbia del terreno che la coprivano, illuminata dai raggi del sole sempre risplendeva con il proprio bel color verde. 

14 mag 2016

Domare le Alpi

Quasi Venezia al lago di Garda

Tutte le città di canali mi fanno pensare a Venezia. E' difficile, tuttavia, pensare a qualcos'altro, mentre guardi dei vecchi palazzi collocati solidamente alla riva. I palazzi asimmetrici, favolosamente colorati e diversi tra loro sembrano di battere gli occhi, quasi imbarazzati, sbattendo le persiane pesanti tirate dal vento, come se fossero le palpebre. 


20 feb 2016

Zante, l'isola degli animali



Abbiamo affittato una macchina, che ha già vissuto molto. Una piccola jeep di una dozzina di esse, che probabilmente da molte stagioni vengono affittate ai visitatori. Lo sportello della macchina viene chiuso con un botto e poco dopo ne scopro il motivo: solo in questo modo si è sicuri che esso è definitivamente chiuso. Siamo partiti lungo una strada lunga e diritta, lasciando dietro di noi un paesino vivace e dirigendoci verso il cuore dell'isola. Zante conta poco più di 40.000 abitanti e quindi non ci sorprendeva che per la maggior parte del tempo, ci spostavamo lungo le vie serpeggianti senza la compagnia di altri veicoli. 

 "Fermati!!", grido piena di entusiasmo, togliendomi gli occhiali da sole.

17 gen 2016

Un delicato interno del gigante, ovvero cosa la Sagrada Familia nasconde dentro


Anche se il grande portone della chiesa è spalancato, ed un potente soffitto è molto alto, involontariamente mi piego, attraversando la soglia. Siamo dentro un grande organismo vivente con delle lunghe ossa sottili, a cui interno la luce del sole filtra attraverso la sua delicata pelle colorata. Sollevo la testa, guardando delle pietre lucide che collegano lo scheletro bianco, assomigliando alle cartilagini lisce lisce. Qualcuno mi spinge leggermente sulla spalla, passando accanto. Mi sdraierei volentieri in mezzo di questo pavimento freddo per non dover stare con il collo piegato ad arco. Per un po' mi giro intorno nel posto. Alle mie orecchie arriva il rumore delle voci. Mi chiedo, in modo un po ' astratto, se il nostro rumore scrosciante delle conversazioni forse faccia vibrare questo organismo gigante, all'esterno di cui è possibile sentire, quasi come ad un gatto, una dolce fusa.