10 ott 2015

Un muffin in volo



Quasi quasi abbiamo perso il treno.

Quando alla stazione, vicino ai distributori di biglietti  cercavo per la terza volta di spiegare ad una signora con i capelli biondi che con il foglietto che aveva appena acquistato potrà tranquillamente prendere il treno per Venezia a qualsiasi ora di quel giorno se prende un treno regionale, il Mio Amato mi toccava col gomito, guardando nervosamente l’orologio.  “Stiamo per perdere il treno”, sibilava, sorridendo con nervosismo alla signora di una nazionalità indefinita, con la quale stavo discutendo. Lo stress mi ha stretto la gola quando ho informato la donna di questo fatto ed a lei sembrava non importare che il nostro treno stava per partire e continuava a fare le domande. Le ho rispiegato, passo dopo passo, tutto quello che doveva fare (convalidare il biglietto e salire sul treno), dopo di che, assicurandola ancora una volta che tutto andrà bene  e arriverà a Venezia se fara come le avevo appena detto, ci siamo salutate così affettuosamente come in fretta.

Quando siamo arrivati al binario, il treno suonava ormai impazientemente, pronto a partire.
“Ma com’è possibile che noi sempre dobbiamo andare in fretta?”, ha chiesto retoricamente l’Amato, sedendosi accando a me.




Mi sono meravigliata del festival delle mongolfiere  dopo aver visto le foto di un’edizione americana dell’evento. Seguendo le tracce, ho fatto una ricerca, non credendo però che un evento simile sarebbe potuto capitarmi. Ho trovato un’informazione sul balloons festival di Ferrara veramente per caso, qualche giorno dopo durante una revisione non tanto specificata delle comunità Google. E’ capitato così che l’evento doveva partire nel seguente weekend. Ecco, senza pensarci troppo, qualche giorno dopo eravamo nel treno che ci portava a Ferrara.

Seguendo il pensiero di José Saramago (citato pure qui), allegramente, alla fine d’estate, ho potuto riabbracciare la città che avevo occasione di visitare d’inverno. Sentivo un dolce battere del sole sulle mie spalle, il caffé al Caffè Nazionale aveva lo stesso forte sapore, ed i grifoni che custodivano fedelmente la cattedrale, hanno mantenuto il loro sguardo un po’ folle, ed i loro capi, lisciati dal tocco delle mani umane, brillavano al sole come lo specchio d’acqua. Nel sole illuminava anche la statua di Savonarola, che sembrava che colui sempre osservasse attentamente la città e l’impossibilità di intervenire gli facesse arrivare alla disperazione.

„A piedi?”, si è meravigliato uno dei carabinieri quando abbiamo chiesto di una strada più corta per arrivare al parco. L’altro ha roteato gli occhi, facendo un gesto come se si sventolasse, facendoci capire senza parole che con un calore come quel giorno meglio stare sdraiati con la pancia in sù oppure spostarsi dentro un veicolo climatizzato. Nonostante una chiara disapprovazione verso la nostra idea, ci hanno indicato la strada quasi disegnando una mappa con le dita sull’aria.

Sul vasto terreno verde il benvenuto ce l’ha dato una decina di bancarelle vuote, fra cui una aperta con dei gelati. Dietro di noi camminava un gruppo di persone, quindi un po indecisi e non tanto convinti, ci siamo consolati con la loro presenza.  Un traffico più grande di persone abbiamo trovato più avanti, nel cuore del parco dove i cani correvano sguinzagliati, i bambini mangiavano lo zucchero filato ed i padri incitati dalle loro figlie sparavano con dei proiettili di plastica alle bottiglie per vincere un giocattolo peluche per le loro bambine. Anche se lo show delle mongonfiere doveva cominciare fra un’ora, delle mongonfiere stesse non c’era nemmeno un’ombra. Noi però, abituati ad una “sempre in ritardo” realtà italiana, ci siamo seduti all’ombra mangiando pure lo zucchero filato.



Non ero molto sorpresa quando all’ora prevista dello show non è successo niente e abbiamo deciso di farci una passeggiata. Un’ora dopo, era un po’ divertente quando stavamo tornando al nostro posto all’ombra e ancora non abbiamo visto nemmeno una mongolfiera. Dopo un’ora e mezzo sul posto da cui le mongolfiere dovevano partire, ha cominciato a crearsi una folla. Dei piccoli gruppi di persone hanno cominciato ad unirsi vicino alla barriera. Noi stavamo aspettando. Piano, con nessuna fretta sono arrivate due macchine dalle quali sono scese 5 persone e sono rimasta contenta quando ho visto un cesto di una delle mongolfiere. Un attimo dopo verso il cielo si è alzata una fiamma enorme e hanno cominciato a gonfiare un’enorme pallone che ancora un momento prima veniva esteso sull’erba come una grande tovaglia da tre uomini. Quando il pallone gonfiato di una delle mongolfiere ha cominciato ad alzarsi verso il cielo, stavamo ormai alla barriera con le altre persone che respiravano forte piuttosto dalla noia che dalla meraviglia. Dopo circa 20 minuti il primo dei giganti era pronto per il volo, ed il secondo si inalzava, crescendo timidamente come un muffin nel forno.  La mongolfiera con il logo di uno degli sponsor delicatamente si stava mettendo in volo e un commentatore chiaramente affaccendato quasi gridava al microfono, respirando fortemente: “Eccoli! E così il primo gruppo di fortunati va verso il cielo di Ferrara!”. Sono passate le 19 e si avvicinava l’ora di partenza del nostro treno. Il muffin colorato anche se continuava timidamente a gonfiarsi e alzarsi verso il cielo, non accennava di partire nei primissimi 40 minuti. Respirando tristemente, finendo di bere un succo e dando un ultimo sguardo alla fiamma divampante sul cielo ormai arancione-rosa, scivolando sulla strada ghiaiosa ci siamo recati verso l’acciottolato del centro.





Il Balloons Festival di Ferrara aveva luogo dall’11 al 20 settembre di quest’anno e si svolgeva presso il Parco Urbano Bassani. Probabilmente lo show più bello, presentato sulle foto che promuovono l’evento, è stato realizzato durante i primi due giorni del festival. Non eravamo dunque quella volta troppo fortunati e aspettando uno show meraviglioso ed il cielo pieno di mongolfiere, tornavamo a casa un po’ delusi. Tutte le informazioni riguardanti il festival e la sua prossima edizione troverete sul sito http://www.ferrarafestival.it.



Le informazioni pratiche:

- il terzo giorno l’ingresso era gratuito, però seguendo le opinioni e le informazioni sugli altri giorni del festival, il prezzo d’ingresso ammontava a 5 euro. Ne vale la pena? Credo che per andarci il primo giorno sì, invece nei seguenti, ne dubito,

- sicuramente lo show di apertura è bellissimo, però nei giorni seguenti partono tante mongolfiere quante persone vogliono pagarsi un volo,


- i prezzi dei voli sono indicati sul sito ufficiale dell’evento e si parla di una somma da 120 a 150 euro. 

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